UX writing: scrivere microcopy per esperienze utente coinvolgenti e accessibili

UX writing: scrivere microcopy per esperienze utente coinvolgenti e accessibili

08 gennaio 2025

Quante parole leggiamo ogni giorno interagendo con un sito web o un'app? Dietro ogni pulsante, messaggio di errore o call to action c'è un lavoro di progettazione chiamato UX Writing, che dimostra come anche ciò che leggiamo contribuisca in modo determinante alla User Experience.

L’UX writing, combinando principi psicologici e criteri di accessibilità, può aiutare non solo gli utenti a orientarsi, ma anche creare per loro esperienze più coinvolgenti e inclusive.

Indice del contenuti

Cos'è l'UX Writing: le parole al servizio dell'esperienza utente

L'UX Writing, o scrittura per l'esperienza utente, è una metodologia che si occupa di progettare testi chiari e concisi per i prodotti e servizi digitali che utilizziamo quotidianamente, come siti web e app. Lo scopo? Guidare l'utente nella navigazione e nel completamento delle azioni, rendendo l'interazione più semplice e intuitiva possibile.

Questi testi brevi e funzionali, chiamati microcopy, si trovano per esempio in bottoni, form, messaggi di errore, schede di prodotto sugli e-commerce, tooltip, notifiche, ecc... Ma la scrittura dei microtesti arriva quasi in conclusione di un processo complesso che si articola in più fasi:

  • Fase di ricerca sugli utenti;
  • Fase di definizione del Tono di Voce del prodotto e del brand;
  • Fase di progettazione del contenuto e scrittura del microcopy;
  • Fase di test su ciò che abbiamo prodotto, proprio come in qualsiasi altro processo di design.

Un microcopy ben progettato anticipa dubbi, risolve problemi e mantiene l’utente sulla buona strada, sempre con un tono di voce coerente e in linea con il brand.

UX writing e Copywriting non sono la stessa cosa

Togliamoci subito questo dubbio: anche se possono sembrare simili, UX writing e Copywriting non sono sinonimi. A volte queste competenze sono gestite da un’unica persona, ma in genere ci sono due ruoli ben distinti che lavorano con obiettivi diversi:

  • Un/una copywriter scrive per il marketing e la comunicazione, puntando a persuadere, emozionare e vendere attraverso testi più creativi e strategici. Può scrivere post social, newsletter, blog post e adv;
  • Un/una UX writer si concentra sull’interazione interfaccia-utente e sull’esperienza di quest’ultimo, puntando alla funzionalità e alla chiarezza dei testi che devono guidarlo nella navigazione. L’UX writer unisce i contenuti al design, per questo è molto importante che possa lavorare in team multidisciplinari insieme a designer e sviluppatori.

Immagina il copywriting come il cartellone pubblicitario di un negozio e lo UX writing come le indicazioni all’interno dello stesso negozio: entrambi sono importanti, ma hanno posizioni e scopi differenti nella customer journey.

I vantaggi del microcopy per i brand e per gli utenti

I vantaggi nel curare questo aspetto della user experience sono diversi, come sottolinea Kinneret Yifrah, esperta UX writer, i microcopy servono a:

  1. Creare un’esperienza positiva e coinvolgente per l’utente, riducendo la distanza tra persone e macchine e invogliando a usare e riusare il tuo prodotto;
  2. Aumentare l’usabilità e a diminuire gli ostacoli che gli utenti possono incontrare. Infatti, ridurre la frustrazione e far risparmiare tempo alle persone lascerà loro un ricordo positivo dell’esperienza con il tuo prodotto, aumentando la fiducia nel tuo brand;
  3. Migliorare il branding e la differenziazione, perché aiutano a riconoscere la personalità del tuo brand e a differenziarlo dagli altri.

Per scrivere dei microcopy efficaci per i nostri obiettivi e per migliorare l’esperienza utente, possiamo seguire alcuni dei principi che sono alla base dell’UX writing:

  • Chiarezza e concisione: il nostro messaggio deve essere scritto in modo semplice e comprensibile per tutti i nostri utenti. Per esempio, se gli utenti a cui ti rivolgi non sono esperti di quel settore, meglio evitare termini tecnici o un gergo troppo specifico. Allo stesso modo, organizzare le informazioni in modo logico e utilizzare frasi brevi e concise faciliterà ulteriormente la comprensione.
  • Pertinenza e coerenza: il focus deve rimanere sull'utente, ogni parola deve avere uno scopo di utilità. Inoltre, il Tono di Voce e lo stile che abbiamo scelto devono essere coerenti in tutto il prodotto e con il design.
  • Utilità: i microcopy devono orientare l'utente verso azioni specifiche e fornire tutte le informazioni necessarie per fargli prendere decisioni.
  • Empatia: le emozioni dell’utente sono importanti per capire le sue esigenze, frustrazioni e aspettative. Utilizza un tono amichevole e un linguaggio che sia accogliente e rassicurante.
  • Test: valutare l’usabilità dei testi attraverso test con utenti reali ti permette di raccogliere feedback preziosi per migliorarli.

Per creare dei microcopy efficaci, dobbiamo considerarli come delle vere e proprie micro-conversazioni, che ci aiutano a rendere più umana l’interazione con i prodotti digitali. Per farlo, dobbiamo studiare i pensieri e le emozioni degli utenti.

UX writing ed emozioni: principi psicologi per capire gli utenti

Cosa c'entrano le emozioni con la funzionalità? Per l’UX writing molto. Tutto ciò che proviamo, infatti, ci spinge a compiere (o non compiere) un’azione. Il ruolo dell’UX writer è quello di identificare le emozioni degli utenti per trovare le parole giuste in ogni situazione.

Uno degli strumenti più potenti che possiamo sfruttare a questo scopo è un tool che abbiamo tutti in dotazione da centinaia di migliaia di anni: il nostro cervello. O meglio, le “scorciatoie” che prende il nostro cervello per fare scelte in modo veloce e risparmiare energia.

Le nostre risorse mentali, infatti, sono limitate e il cervello le utilizza in modo selettivo per evitare che il carico cognitivo (lo sforzo che compie la nostra memoria mentre svolgiamo un’attività) diventi troppo elevato e ci impedisca di elaborare le informazioni.

Queste distorsioni cognitive, i cosiddetti bias, posso essere utilizzati per attirare l'attenzione delle persone e orientare le loro scelte. Vediamo alcuni dei principi psicologici teorizzati da Robert Cialdini (il testo di riferimento è "Le armi della persuasione" di R. Cialdini, ed. Giunti 2020) e come sfruttarli nei nostri microcopy:

  • Reciprocità: la regola sociale del contraccambio ci spinge a restituire un favore o un dono anche quando non richiesto. Ricevendo qualcosa da noi, l’utente si sentirà riconoscente e più propenso a eseguire un’azione richiesta.
esempio principio reciprocità: Veralab regala uno sconto a chi fa conoscere il brand

Dal sito veralab.it

  • Riprova sociale: secondo questo principio, le persone si affidano alle opinioni e alle azioni di altri per valutare cosa è giusto o sbagliato in una data situazione. Le testimonianze e le recensioni incrementano la fiducia degli utenti nella fase iniziale del percorso d'acquisto e spingono a comprare il prodotto.
esempio principio riprova sociale: Veralab mette in primo piano le recensioni dei propri prodotti

Dal sito veralab.it

  • Scarsità: le opportunità ci appaiono più desiderabili quando sono limitate perché, di solito, siamo portati a compiere un’azione più per paura di perdere qualcosa che non per la speranza di guadagnarla (bias dell’avversione alla perdita).
esempio principio scarsità̀: Amazon enfatizza la bassa disponibilità di un prodotto

Dal sito amazon.it

  • Simpatia: siamo più propensi ad accogliere le richieste di chi ci piace o ci sta simpatico. Chiamare per nome un utente, farlo sentire accolto o fargli i complimenti dopo il compimento di un’azione, lo renderà più ben disposto verso di noi.
esempio principio simpatia: Cambly manda una mail per sottolineare l'ottimo lavoro svolto a lezione

Da una delle e-mail che ricevono gli iscritti a Cambly, piattaforma per imparare l'inglese, dopo il completamento di ogni lezione.

Affinché queste scorciatoie funzionino però, il nostro pubblico deve poterle mettere in atto, e ciò non è sempre possibile a causa di come vengono pensati e realizzati i contenuti sul web. Ecco perché dobbiamo parlare di accessibilità.

Accessibilità: come ridurre il carico cognitivo

"Un linguaggio accessibile è un linguaggio facile da leggere e da capire, per tutti". Serena Giust

Navigare online è un'attività complessa, che richiede a chiunque un grande sforzo nella percezione degli stimoli, nell’elaborazione delle informazioni e nella loro memorizzazione. La situazione si complica per chi ha una disabilità e non può disporre delle informazioni che condividiamo in modo canonico.

Quindi, come in ogni fase della progettazione dell’esperienza utente, anche nell'UX writing l'accessibilità deve essere una priorità. Per diversi motivi:

  • Prima di tutto, per garantire a chiunque il diritto di accedere alle informazioni;
  • Per rispettare la normativa di legge, prevista non solo per le Pubbliche Amministrazioni ma anche per i privati (sul sito dell’AGID trovi le linee guida e le scadenze per adeguarsi);
  • Per cogliere l’opportunità di rivolgersi a un pubblico più ampio.

Un contenuto non accessibile, infatti, esclude persone con disabilità fisiche temporanee e permanenti che utilizzano tecnologie assistive, come gli screen reader, ma anche tutta un’altra serie di categorie: persone con disabilità intellettive, persone in età avanzata, persone non madrelingua, persone con disturbi specifici di apprendimento (ad esempio dislessia e disortografia) e persone con un basso livello di istruzione.

Come si distingue quindi un prodotto digitale accessibile? Scrive Valentina Di Michele in “Scrivi e lascia vivere”:

Un prodotto o servizio digitale sono definiti accessibili se i contenuti sono fruibili in modo autonomo e semplice da tutte le persone, da qualsiasi tipo di dispositivo: da chi ha problemi nel muoversi, nel vedere, nel sentire o nell’interpretare alcuni testi o ha difficoltà con mouse e tastiera.

Alcune delle pratiche per mantenere un alto livello di accessibilità dei contenuti includono l'aggiunta di testo alternativo per le immagini, l'utilizzo del plain language (linguaggio chiaro), l’impostazione chiara e strutturata dei testi, l’uso efficace dei contrasti visivi.

Dallo studio della funzionalità allo studio delle emozioni: perché investire nello UX Writing

Lo UX Writing non è solo scrivere testi chiari e funzionali: è progettare esperienze che uniscono parole, emozioni e design in un equilibrio perfetto. Le parole che scegliamo, il tono che utilizziamo e la struttura dei nostri messaggi hanno un impatto profondo sulla percezione che gli utenti hanno del nostro prodotto o servizio. Possiamo ridurre la frustrazione, costruire fiducia e rendere un prodotto non solo accessibile, ma anche piacevole da usare.

Investire nell'UX Writing significa non solo migliorare l'usabilità, ma anche rafforzare il brand e fidelizzare i clienti. Perché alla fine, ciò che rende un prodotto davvero memorabile non è solo ciò che fa, ma come ci fa sentire mentre lo usiamo.

Se vuoi scoprire come migliorare l’esperienza digitale del tuo brand attraverso lo UX Writing, contattaci.

Bibliografia

  • Robert Cialdini, Le armi della persuasione, Giunti, 2020
  • V. Di Michele, A. Fiacchi, A. Orrù, Scrivi e lascia vivere. Manuale prativo di scrittura inclusiva e accessibili, Flakowski, 2022
  • Serena Giust, UX writing. Micro testi, macro impatto, Hoepli, 2019
  • Kinneret Yifrah, UX microcopy, Flakowski, 2021