Esigenza
Engie ha avviato la migrazione a Liferay DXP non solo per sfruttare l’evoluzione delle funzionalità, ma per evolvere l’architettura verso un approccio centrato sull’utilizzo delle API e poter intervenire con specifiche ottimizzazioni dei vari siti, pur mantenendo la gestione dei contenuti in un unico strumento.
Realizzazione
Per la realizzazione dei sei siti si è adottata una soluzione che sfruttasse un unico back office comune, costituito da Liferay 7,2 EE, gestito in forma ibrida: per due siti in modalità tradizionale, per gli altri quattro in modalità headless, sfruttando le feature in tal senso della nuova versione di Liferay.
Le differenze tra i due metodi hanno prodotto siti gestibili dal business a livello redazionale a partire da un unico back office, privilegiando, per i siti con esigenze mirate unicamente alla dinamicità dei contenuti, una soluzione basata su un frontend loosley-coupled con architettura JAMstack e sincronizzato attraverso l’utilizzo di un processo di staticizzazione governato da Gatsby per ottenere prestazioni senza compromessi; mentre per i siti in cui esporre funzionalità di interazione che devono essere attivate, controllate e gestite direttamente dal business, in cui insomma il frontend deve poter essere “configurato” direttamente, è stata adottata l’architettura tradizionale, basata sulle potenti funzionalità off-the-shelf di Liferay.
Risultati
L' architettura headless utilizzata permette da un lato di gestire molto facilmente i contenuti redazionali da parte del marketing, dall'altro di ottenere siti con alte performance, alto grando di sicurezza e scalabilità.
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